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domenica 5 luglio 2009

Scrivere un cv è semplice, farne una comunicazione efficace meno

Scrivere un curriculum è semplice.
Impostare una comunicazione che valorizzi la propria storia e catturi le esigenze dell’interlocutore, è però altra cosa. La differenza è nella personalizzazione, che rende interessante il contenuto e lo fa emergere.

Le premessa per stendere un testo davvero efficace è:
· riconoscere la propria preparazione,
· interrogarsi sulle esigenze di ogni diverso interlocutore
· valutare ogni volta quali aspetti sia più opportuno evidenziare rispetto alle esigenze del destinatario

Chiarezza, precisione e sintesi, sono i requisiti di un buon cv, ma contrariamente a quanto si ritiene, lo sforzo non deve essere quello di contenere in una o due pagine tutto quanto riguarda la propria storia formativa e esperienziale, ma selezionare le informazioni rispetto alla posizione a cui ci si propone di volta in volta. La comunicazione deve essere quindi personalizzata e mirata, il rischio altrimenti è di un curriculum banale e piatto in cui non emergono gli elementi che possono renderlo davvero interessante.
Non basta che una storia professionale sia ricca, deve essere percepita come pertinente.

La prima lettura dei cv è “a colpo d’occhio” e in questo brevissimo tempo/spazio a disposizione bisogna sforzarsi di catturare l’attenzione di chi ci legge, palesandogli l’idea che potrebbe esserci una convenienza nell’approfondire la nostra conoscenza.

Tanto più invece il nostro curriculum sarà piatto, tanto più la selezione si concentrerà su dati quali: l’ età, preferendo generalmente candidati più giovani; le votazioni, scegliendo chi ha ottenuto ottimi risultati e il sesso, optando per candidature maschili. Elementi decisamente meno rilevanti in un cv ben scritto.

Se una professionalità convince è perché si è compreso che potrebbe soddisfare i requisiti della posizione. Poco importa a questo punto se il candidato ha 45 invece che 30 anni e le stesse obiezioni circa un suo maggiore costo e una sua ipotizzata minore duttilità, passeranno in secondo piano. Se un giovane laureato ha elaborato una tesi sul mercato in cui opera l’azienda a cui si propone, oppure ha seguito un corso sui macchinari installati in quello stabilimento, lo si convoca anche se si è laureato in ritardo.
Tutto questo, però, solo se queste informazioni sono emerse chiaramente nella lettera di accompagnamento e nel cv.

Quindi, anche per superare i pregiudizi che il selezionatore potrebbe avere, c’ è un’arma potente: imparare a presentarsi valorizzando la propria esperienza in modo che chi la legge colga facilmente in essa la risoluzione a un suo problema. Una storia deve essere proposta a misura dell’interlocutore dopo aver riflettuto su quali aspetti, progetti, conoscenze possono interessargli di più ipotizzando corrispondano all’ identikit che si è fatto del candidato ideale per ricoprire il ruolo per cui cerca.
In conclusione: scrivere un cv banale è facile, basta attenersi alle solite regole o ancor più semplice compilare un form o utilizzare il modello europeo, ma in questo testo la posta è un’altra: scrivere un curriculum che salti davvero all’occhio e non per presentazioni pirotecniche, artifici grafici o carte colorate, ma semplicemente perché scritto bene pensando ai punti di contatto fra la propria esperienza e il destinatario.

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