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martedì 21 luglio 2009

Licenziamento: regole e lettera

Il licenziamento individuale ha precise regole anche a livello di forma. E sono importanti al punto che, se anche una sola di queste non viene rispettata, il provvedimento non ha valore. Innanzitutto è richiesta la forma scritta, tranne che per casi particolari come per i lavoratori domestici. E, in linea generale, nella lettera di licenziamento dovrebbero essere indicate le motivazioni. Se non ci fossero, l’interessato può richiederle (per iscritto) entro 15 giorni e l’azienda deve fornirle entro sette.
«Quando il licenziamento avviene per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, per ragioni, cioè, riconducibili a fatti rilevanti sotto il profilo disciplinare— aggiunge Paolo Citterio, presidente dell’Associazione di direttori delle risorse umane Gidp — è indispensabile che il datore di lavoro, prima di procedere, invii al lavoratore una lettera di contestazione dove spiega le mancanze per cui ritiene d’incolparlo». In questo caso, il dipendente ha cinque giorni (se il contratto collettivo non stabilisce diversamente) per fornire le proprie giustificazioni, verbalmente (magari assistito da un sindacalista) o per iscritto. «A quel punto — ricorda Citterio — il datore di lavoro deve comminare il provvedimento entro il tempo massimo deciso dal Ccnl, per esempio, nel caso dei meccanici (il contratto più diffuso), entro sei giorni».

Iolanda Barera
Corriere della Sera

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