Chi mai l’avrebbe detto, negli anni ’80? Proprio loro, i ventenni del decennio rampante per antonomasia, adesso, a cinquant’anni, rischiano di trovarsi da un giorno all’altro senza poltrona e scrivania. «La crisi sta mettendo una pietra sopra alla carriera intesa come una crescita, più o meno lenta ma continua, della propria posizione professionale», sentenziano impietosi i cacciatori di teste. Un colpo al cuore per chi nella vita, anche per un secondo soltanto, ha creduto alle promesse dello yuppismo.D’altra parte è dagli anni ’90 che i giovani determinati a giocarsi tutte le carte sul mercato del lavoro si sono adattati all’idea di diventare sempre più imprenditori di se stessi, flessibili, pronti a cambiare ruolo a seconda delle esigenze dell’organizzazione. Oggi, però, questa cassetta degli attrezzi, fatta di adattabilità e inventiva, da sola non basta più. I dirigenti stanno imparando sulla loro pelle a fare passi indietro. Sei direttore generale? L’azienda chiude e pur di lavorare torni a fare il direttore vendite. Poi domani si vedrà. Le società di executive search sono inondate da curriculum e richieste di colloquio. Nello stesso tempo le posizioni vacanti sono diminuite. «I dirigenti ci contattano a volte con una scusa, ma l’obiettivo è sempre fare il punto sulla loro situazione professionale.Chi non ha un piano B si sente con le spalle al muro», racconta Cristina Spagna, direttore generale di Kilpatrick Executive Search. Ma cosa sarebbe «un piano B»? «Una strada alternativa. Sei in una posizione che funziona ma nello stesso tempo ti coltivi un’alternativa. Una via d’uscita nel caso dall’oggi al domani ti comunichino che non hanno più bisogno di te».
La crisi dei manager è anche una crisi di Milano e della Lombardia. I dirigenti in Italia sono 125.500, di questi il 57% sono concentrati in regione. Non a caso: in Lombardia si trova la gran parte delle multinazionali. E nelle grandi aziende fare carriera è sempre stato più facile. Nell’ultimo anno i dirigenti si sono ridotti a 120 mila, oltre cinquemila in meno. La crisi ha colpito duro soprattutto nell’industria. E soprattutto a Milano e dintorni. «Le multinazionali stanno tagliando. I quartier generali sono sempre più all’estero e sempre meno a Milano», racconta Cristina Spagna. «Chi trova lavoro passa ad aziende più piccole che, a differenza delle multinazionali, non sono sempre concentrate a Milano. E così anche il manager è costretto a traslocare. Il tutto ridimensionando le pretese riguardo a benefit, orari di lavoro. Stipendio », raccontano in Manageritalia, l’associazione che raggruppa i dirigenti dei servizi.«Ormai anche ai livelli più alti la globalizzazione è vera — continua Spagna —. Se l’azienda cerca un manager, poi, non è detto che lo assuma in Italia. E anche quando si parla di giovani promettenti, ingegneri per esempio, c’è chi li va a prendere in India. Tanto parlano perfettamente inglese. Magari pretendono anche meno».La prima arma di difesa che i manager cercano di utilizzare è quella del networking, termine inglese che poi vuol dire relazioni, salotti, amicizie che contano. «In questo momento a tutti è richiesta una maggiore capacità di muoversi all’interno dei diversi contesti, per costruire consenso attorno a sè», racconta tra gli altri Pierfrancesco Gherardi, direttore generale della divisione Digital di De Agostini editore. E così si investe sull’iscrizione al circolo giusto, il salotto, la partita a golf. «Nei settori più vicini al pubblico il benvolere della politica può fare la differenza », dicono a taccuini chiusi i professionisti dell’executive search.«La paura impera, inutile negarlo— conclude Giuseppe Truglia, presidente di Manageritalia a Milano —. Anche perché chi perde il posto non sa quanto tempo ci metterà a trovarne un altro e a quanto dovrà rinunciare. Chi ha la fortuna di non subire scossoni è comunque in una situazione delicata. Perché ormai l’azienda non programma più la carriera assieme a te. E ciascuno deve inventarsi un percorso». Nella speranza di non sbagliare nessuna mossa.
Rita Querzè
copiato da Corriere della Sera 20 giugno
domenica 21 giugno 2009
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